Osteria del Mugnaio, da quattro generazioni con le mani… in pasta!
” simpatica e assolutamente da sperimentare osteria a Grilli, nel comune di Gavorrano, a pochi passi dall’abitato etrusco di Vetulonia, dove l’amore per la cucina si intreccia alla storia di un vecchio mulino e di un nonno pastaio…”
C’è una strada in Maremma che costeggia tutto il litorale tirrenico da Capalbio a Follonica, è la via Aurelia un’anticissima arteria romana che ha iniziato nel III sec. d.C. dal console Gaio Aurelio Cotta, che già congiungeva Roma alla Francia. Su questa strada nel corso dei secoli sono nate città, paesi e piccole borgate, la cui vita e storia è profondamente legata a questa antica via di comunicazione. Una di queste piccole frazioni è Grilli, un dedalo di strade e case colorate sorte sui bordi dell’asfalto, un luogo di transito, circondato da un bellissimo paesaggio di colline e campi coltivati, dove la memoria degli abitanti ricorda ancora il passaggio della Militemiglia e la sosta della regina Elena di Savoia.
Proprio in questa località, alla fine dell’Ottocento nacque uno dei primi mulini-pastificio della provincia di Grosseto. Come avviene oggi nei grandi pastifici industriali il mulino di Antonio Donati sfornava pasta di ogni genere e formato: spaghetti, penne, fusilli ecc… e venivano poi forniti agli abitanti dei poderi limitrofi e spediti in tutta la provincia.
Oggi del mulino-pastificio rimane solo la ciminiera, imponente esempio di archeologia industriale che domina il paese, ma l’eredità e l’arte del “fare la pasta a mano” è passata a Daniela, discendente diretta della famiglia Donati, che insieme al figlio Simone, esperto pizzaiolo, ha creato nel 2006 “l’Osteria del Mugnaio”.


Un bel locale con giardino orlato di glicine, arredato con gusto, dove i materiali e i colori esprimono l’amore per la nostra terra: terra intesa come identità, come luogo di vita, e fuori c’è una piccola esposizione di oggetti trovati all’interno del vecchio mulino.
Dalla pasta alla pizza giocare con la farina è proprio una passione di famiglia come ci spiega Simone, ragioniere mancato, ma pizzaiolo di grande successo:
““Direi proprio che mettere le mani in pasta ci è sempre piaciuto! Ho durante gli studi di ragioneria lavorato come stagionale esperto pizzaiolo e da loro ho appreso l’arte del fare la pizza. La mamma è sempre stata un’ottima cuoca in famiglia e io l’ho sempre vista fare tagliatelle, pici e tortelli a mano con grande amore. Così quando abbiamo aperto il locale abbiamo voluto legare il nostro progetto alla storia della nostra casa e anche alla storia del luogo dove abitiamo, che nell’Ottocento, quando intorno c’era ancora la malaria e tanta povertà aveva già un esempio di grande imprenditorialità che dava lavoro a tante persone. Purtroppo sono più di cinquant’anni che il mulino ha cessato la produzione. Con i cambiamenti avvenuti nella nostra famiglia non siamo riusciti a conservare molte cose che ne testimoniino l’attività: abbiamo solo qualche foto, alcuni documenti americani sull’utilizzo dei macchinari e una targa storica”.
Aprire un ristorante in un luogo così piccolo come Grilli non è stata una scelta facile, ma i risultati sono arrivati da subito: i clienti hanno apprezzato un ristorante proprio sull’Aurelia, era un ottimo servizio anche per le tante persone in viaggio, che si trovavano a passare di qui per raggiungere località più conosciute.
Con Daniela, che insieme ad un bello staff di giovani gestisce sia la cucina che il rapporto con i clienti, parliamo della sua grande passione.
“La passione per la cucina è nata sin da giovanissima; è una dote, un’eredità. Mi sono sposata non sapevo fare niente ma ho avuto la fortuna di andare a vivere con una persona speciale, la mia tata Tensi, con la quale sono cresciuta e che mi ha sempre dato mille consigli e suggerimenti su ricette e trucchi in cucina.
Ovviamente essendo anziana mi parlava dei piatti tradizionali della zona che sono quelli che ancora oggi io ripropongo: fare l’acquacotta, la ribollita, il sughino, la cacciatora, il baccalà e lo stoccafisso, le polpette con il lesso: tutti piatti ancora oggi apprezzati dagli amanti della cucina toscana e della cucina di tradizione.


Devo dire che il passaggio da cuoca di famiglia alla ristoratrice a tempo pieno non è stato facile; io cucinavo per quattro persone e adesso ne cucino per quaranta!
Il lavoro e le padelle così grandi mi hanno sempre messo pressione nei primi mesi che facevo. Poi ho capito che bastava non far perdere l’anima e il sapore di casa, i ricordi della domenica quando la nonna o la mamma…
Il complimento più bello che ricevo è che ritrovano il gusto della cucina genuina, non artefatta, ma sincera e piena di valore. Questo mi dà piacere perché non voglio servire in tavola una cosa bella, ma voglio mettere in qualcosa il discorso, dove ognuno può ritrovare i propri ricordi e le proprie emozioni”.
Dalla testiera passione che le sono passate dall’arte e dalle mani di gioiellieri come Nicola Bulgari che ha detto:“qui i raggi dei piatti sono gioielli di arte culinaria!”
A quasi dieci anni dall’apertura del ristorante L’osteria sento di dover ringraziare mio figlio Simone perché mi ha dato l’opportunità di esprimere la mia vera passione.



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